Etica e Responsabilità nell'Intelligenza Artificiale: Verso un Futuro Umanocentrico
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha trasformato profondamente vari aspetti della nostra vita, dal lavoro alla gestione delle attività quotidiane. Tuttavia, l’espansione di queste tecnologie apre nuove sfide etiche che non possono essere trascurate. L’IA rappresenta un’opportunità per migliorare la società, ma il suo sviluppo richiede attenzione per evitare il rischio di rafforzare pregiudizi e ingiustizie. Esaminiamo alcuni degli aspetti cruciali dell’etica e della responsabilità nell’IA, nonché gli sforzi per garantire che sia utilizzata in modo equo e sicuro.
Uno dei principali problemi etici dell’IA è il bias algoritmico, o pregiudizio nei dati. Anche se le macchine dovrebbero operare in modo imparziale, i modelli di IA sono spesso influenzati dai dati su cui vengono addestrati, i quali possono riflettere pregiudizi nascosti. Ad esempio, un sistema di selezione automatizzata potrebbe penalizzare i candidati di determinate categorie se storicamente erano meno rappresentati nei dati. La sfida consiste nell’assicurare che l’IA operi in modo equo e inclusivo, richiedendo una vigilanza costante e una corretta gestione dei dati.
Un'altra questione fondamentale riguarda la responsabilità. Quando un sistema di IA commette un errore, come nel caso di un’auto a guida autonoma che causa un incidente o di un sistema di riconoscimento facciale che identifica erroneamente una persona, sorge spontaneo chiedersi chi ne sia responsabile. La questione diventa complessa, poiché non sempre è chiaro se la responsabilità sia da attribuire all’algoritmo, ai programmatori o all’azienda che lo ha sviluppato. Definire regole chiare sulla responsabilità dell’IA è essenziale per garantire la fiducia in queste tecnologie.
Un ulteriore tema critico è la trasparenza degli algoritmi. Molti sistemi di IA sono delle cosiddette "scatole nere", dove le decisioni vengono prese attraverso processi complessi che non sono sempre comprensibili. Questo aspetto è particolarmente problematico in settori come la sanità, la giustizia e le finanze, dove le decisioni possono avere impatti profondi e duraturi. Progettare sistemi di IA trasparenti è fondamentale per costruire fiducia, garantendo che le persone possano comprendere come vengono prese determinate decisioni.
Le decisioni morali rappresentano un'altra sfida per i sistemi autonomi. Un’auto a guida autonoma, per esempio, può trovarsi a dover scegliere tra opzioni che implicano rischi per i passeggeri o per altri utenti della strada. Codificare decisioni morali in un algoritmo è complesso e solleva interrogativi su come preservare i valori umani in queste situazioni.
La regolamentazione dell’IA è un’area in continua evoluzione, con governi e organizzazioni impegnati a stabilire principi etici. L’Unione Europea, ad esempio, sta lavorando a una proposta di legge per garantire trasparenza, equità e sicurezza dei sistemi di IA, ma regolamentare un settore così dinamico non è semplice e richiede un dialogo continuo tra legislatori, aziende e cittadini.
Infine, l’obiettivo di un’IA umanocentrica è fondamentale per garantire che queste tecnologie siano sviluppate nel rispetto della dignità e dei diritti delle persone. In Gunpowder, ci impegniamo a promuovere un futuro in cui l’IA sia al servizio della collettività, utilizzata in modo responsabile, etico e trasparente, con una visione in cui l’efficienza tecnologica sia sempre al servizio dei valori umani.
Il lato fondamentale del digitale? Quello umano
C'è più di un motivo per sentirsi disorientati dall'impatto dell'AI,
ecco perché è importante offrire non solo soluzioni, ma anche formazione
e supporto per attraversare il cambiamento culturale. Come fa Gunpowder
Se l'informatica ha sempre, almeno da quando è nata, impattato sulle organizzazioni. Quanto l’arrivo dell’Intelligenza Artificiale impatta, invece, sulle persone? Ragionare sull'impiego dell'IA, in particolare nei settori dove è più intensa l'interazione tra le applicazioni informatiche e le persone (clienti, pazienti, dipendenti, cittadini, ecc.), serve per capire come la tecnologia possa cambiare in profondità il funzionamento delle organizzazioni.
Marco Secone, Amministratore Delegato e Direttore Tecnico di Gunpowder (gruppo Seidor), che si distingue proprio per l'approccio "umanista" nelle proprie soluzioni innovative “high tech-high touch” basate sull’utilizzo di Intelligenza Artificiale, business intelligence, IoT, CRM, ecc., spiega a Economy:
«Chatbot avanzati e assistenti virtuali basati sull’AI hanno dimostrato di poter gestire richieste anche complesse e fornire risposte automatiche, aumentando l'efficienza delle organizzazioni. E ha cominciato a diffondersi l'uso dell'AI per attività di screening diagnostico in ambienti sanitari, fornendo un potente supporto decisionale per i medici ed accompagnando il monitoraggio a distanza dei pazienti».
Vero: l’AI ha dimostrato ampiamente la propria utilità per migliorare la qualità ed efficacia nei servizi al cliente, utilizzando in tempo reale grandi volumi di dati storici per fornire risposte personalizzate e approfondite. Ma c'è un “però”: hanno cominciato a suscitare preoccupazione gli aspetti relativi alla raccolta e al trattamento dei dati personali, i possibili effetti sulla protezione dei posti di lavoro, e di conseguenza le possibili resistenze da parte di utenti e lavoratori nei confronti dell'AI», sottolinea Secone. Insomma, la trasformazione digitale e l'avanzata dell'intelligenza artificiale stanno ridefinendo il panorama aziendale e sociale in modi mai visti prima. Questi cambiamenti portano con sé grandi opportunità, ma anche sfide significative di fronte alle quali i manager spesso finiscono per sentirsi disorientati, per almeno quattro motivi. Il primo: la velocità del cambiamento. «L'AI e le tecnologie digitali si evolvono a un ritmo così rapido che spesso supera la capacità delle aziende di adattarsi. Questo può creare un senso di insicurezza e ... Continua a leggere
Digital Transformation: le dinamiche per una trasformazione reale e l’approccio di Gunpowder
Digital Transformation: le dinamiche per una trasformazione reale e l’approccio di Gunpowder
Si fa spesso riferimento, oggi, a quell’insieme di innovazioni digitali convergenti nel termine quarta rivoluzione industriale. Tale rivoluzione nasce dal processo di digitalizzazione di moltissimi aspetti della vita quotidiana e da concetti quali quello di “Internet delle Cose” (Internet of things), ovvero l’estensione di Internet al mondo degli oggetti che ci circondano quotidianamente. In altre parole questa realtà nasce dalla compenetrazione tra mondo fisico, mondo digitale e biologico. Al centro del processo vi sono le tecnologie, ma queste ultime generano impatti culturali importanti nella vita di ciascuno di noi. La trasformazione digitale sta, difatti, rivoluzionando qualsiasi mercato e azienda, operante nell’erogazione di servizi o nella manifattura di beni materiali. Sta cambiando il modo di acquistare, di rapportarsi con gli altri, di vivere. Pertanto, non si può parlare di digital transformation senza considerare la conseguente evoluzione umana. Bisogna, dunque, cominciare a tenere in seria considerazione “The Human Side of Digital”: questo il leitmotiv ideale.
Cos’è la digital transformation?
Adam Smith in “Teoria dei sentimenti morali“ (1759)1 utilizzava il concetto di mano invisibile, nozione legata ai risultati non intenzionali. Secondo Smith gli individui generano ordine sociale e sviluppo economico nonostante non agiscano con l’intenzione di generarlo, bensì con quella di perseguire il proprio interesse personale. Questa stessa forza astratta si sta ripresentando, oggi, sotto una nuova forma: quella della digital transformation. Essa coinvolge non solo l’umanità ma anche gli oggetti sfruttando l’Internet delle cose. Per questo, al pari della mano invisibile può essere identificata come una forza collettiva che guida non solo la volontà umana, ma soprattutto prodotti e servizi, i quali per il tramite di tale processo diventano rapidamente strumenti indispensabili alla vita moderna. Basti pensare ai sistemi GPS che suggeriscono il percorso più veloce per raggiungere una destinazione, agli assistenti virtuali ad attivazione vocale come Siri di Apple o Alexa, ai suggerimenti personalizzati di Netflix e alla capacità di Facebook di riconoscere il volto di una persona per poterlo poi menzionare in un post. Come risultato di questa perfetta tempesta tecnologica che fa danzare il pianeta ad un ritmo vorticoso, la quarta rivoluzione industriale sta spianando la strada ai cambiamenti che avvengono nel modo di vivere e nel modo di lavorare.
Il mondo aziendale, in particolare, è quello che sta subendo maggiori trasformazioni da un punto di vista non solo concettuale ma anche formale. Come siamo arrivati a tutto questo? Quando è iniziata questa rivoluzione più simile ad una mutazione se non addirittura ad una metamorfosi piuttosto che ad un semplice progresso tecnologico?
Leggi qui il white paper completo.
Il gruppo spagnolo Seidor cresce in Italia e investe in Gunpowder
Il gruppo spagnolo Seidor cresce in Italia e investe in Gunpowder
Gunpowder, Software House Aquilana spin-off del GSSI (Gran Sasso Science Institute), diventa internazionale e si apre alla partecipazione di una multinazionale spagnola dell’informatica, presente in più di 40 Paesi nel mondo e con oltre 8.000 dipendenti.
Cronistoria e sviluppo dell’uomo e della tecno-logia
Il Cammino dell’Uomo Digitale: Dal Creatore al Creato
C’è un fascino senza tempo nel racconto dell’evoluzione umana, una narrazione che si snoda attraverso le ere, attraverso i secoli, trasportandoci in un viaggio di scoperta e realizzazione. Nel cuore di questo viaggio, c’è l’interessante intersezione tra l’essere umano e la tecnologia, una danza millenaria che ha trasformato la nostra specie da creature naturali a guardiani dell’artificio, dal creatore al creato.
Nell’alba dei tempi, quando l’uomo era ancora una creatura vulnerabile, priva di artigli e pelliccia, dovette attingere a un’innata funzione intellettiva: la creatività. Fu questa creatività ancestrale che lo condusse a plasmare la tecnica, trasformando un semplice ciottolo di fiume in una lama affilata. In quel momento primordiale, la carenza umana trovò risposta negli strumenti creati dall’ingegno umano, inaugurando un’interdipendenza senza tempo tra l’uomo e la tecnologia.
Nelle antiche culture greche, la tecnica era considerata una sorta di dono divino, un’arte che conferiva all’uomo una dimensione razionale e l’autonomia di procurarsi ciò che un tempo doveva chiedere agli dei. Il mito di Prometeo, il cui furto del fuoco dagli dei portò alla nascita della civiltà tecnologica, risuona ancora oggi come un simbolo della potenza umana nell’acquisizione e nell’uso del sapere tecnico.
Tuttavia, nel corso dei secoli, la tecnologia non è rimasta statica. È cresciuta e si è evoluta, alimentata dalla ricerca di autonomia e potenziamento personale dell’uomo. Ma ciò che un tempo era uno strumento per l’uomo è diventato sempre più il fine stesso dell’agire umano. Nell’era moderna, l’idea di dominio sulla natura si è trasformata in una percezione di possesso, con il mondo stesso visto come un oggetto da sfruttare a piacimento attraverso la scienza e la tecnologia.
E così è iniziata la quarta grande rivoluzione: quella digitale. Con la scoperta dell’informatica e l’invenzione del computer, il mondo ha visto emergere una nuova frontiera, una frontiera digitale che ha sfidato le concezioni tradizionali di realtà e di possesso. Ma mentre il mondo virtuale cresce in potenza e complessità, il mondo reale non perde la sua essenza. Esiste ancora, indipendente e intramontabile, in un’interdipendenza delicata ma vitale con il mondo digitale.
Questa interdipendenza è il cuore pulsante della nostra epoca, una dicotomia tra il reale e il virtuale che ci sfida a trovare un equilibrio. Mentre la rete digitale si espande e si sovrappone al mondo reale, potrebbe diventare un suo surrogato, una realtà alternativa che minaccia di sostituire quella tangibile. Tuttavia, è essenziale ricordare che il mondo reale è ancora qui, con le sue meraviglie e le sue sfide, invitandoci a esplorare, a scoprire e a creare, proprio come abbiamo sempre fatto fin dall’alba dei tempi.
Il cammino dell’uomo digitale è un viaggio affascinante, un viaggio che ci spinge a esplorare i confini della nostra creatività e della nostra umanità, mentre ci avventuriamo in un mondo sempre più interconnesso e interdipendente. E mentre guardiamo avanti verso il futuro, possiamo solo chiederci quale sarà la prossima tappa di questo straordinario viaggio.